Fatture errate con la fatturazione elettronica
Come fare
I casi in cui una fattura elettronica può essere emessa in maniera erronea possono essere principalmente 3: errori nella determinazione dell’imponibile e dell’imposta ed errori dei contenuti informativi. Per questo motivo l’AIDC ha voluto regolamentare la situazione sviluppando una Norma di comportamento che aiutasse acquirente e venditore in caso di errori. Con la Norma di comportamento n. 209 vengono delineate delle linee guida specifiche per i tre casi di errori e inesattezze che possono essere presenti nelle fatture elettroniche.
1 CASO errore imposta e imponibile inferiore
Nel primo caso di errore è possibile che la fattura ricevuta da un'acquirente presenti un imponibile o un'imposta inferiore al dovuto. Di norma, la prima comunicazione che l'acquirente deve fare è verso il venditore, che potrà decidere o meno di emettere nota di credito a storno e, di conseguenza, nuova fattura. Tuttavia, nel caso in cui non si trovi una "quadra", sarà l'acquirente, se sottoposto a partita IVA, a dover regolarizzare la situazione; per farlo dovrà trasmettere un’autofattura al Sistema di Interscambio, compilando il campo “TipoDocumento” con il codice “TD20” e le sezioni anagrafiche con quelle del venditore come cedente/prestatore e le proprie come cessionario/committente.
Il tutto entro 30 giorni dalla segnalazione di fattura elettronica errata.
In questo caso specifico l'acquirente avrà il diritto di detrarre l'imposta aggiuntiva. La mancata comunicazione di imposta o imponibile inferiore all'agenzia delle entrate da parte dell'acquirente comporta una sanzione da un minimo di 250 euro pari al 100% dell’imposta.
2 CASO errore imposta o imponibile superiore
Diversamente in caso di imposta o imponibile superiore al dovuto, la norma prevede il medesimo comportamento da parte dell'acquirente. Tale soggetto potrà quindi richiedere al venditore l'emissione della nota di credito e, nel caso in cui il venditore nuovamente negasse la richiesta, l'acquirente dovrà regolarizzare la situazione come nel caso dell'imposta o imponibile inferiore. La differenza sostanziale sarà nel fatto che l'acquirente non potrà assolutamente portare a detrazione l'imposta aggiuntiva; se lo dovesse fare la sanzione potrebbe arrivare ad ammontare a 10.000 euro con conseguenze legali in caso del perdurare del comportamento.
3 CASO errore contenutistico
In questo specifico caso l'errore potrebbe essere presente nelle indicazioni fornite in fattura. Pertanto, la fattura e il corrispettivo non giustifica quanto segnalato nella stessa ed è necessaria l'emissione di una nuova fattura. Si procede come al solito con la richiesta al venditore della nota di credito; in caso specifico di mancata emissione da parte del venditore, l'acquirente potrà regolamentare la situazione con la solita autofattura. Sarà comunque possibile all'acquirente procedere con la detrazione dell'imposta senza alcun rischio di sanzioni.
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